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È tempo di raccogliere le castagne

I boschi giusti dove andare. E poi le feste, le ricette, le curiosità sulle buone varietà biellesi

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Belle, grandi, golose. E già a terra in gran parte dei boschi dell’Oasi. È arrivato il momento di venire a raccogliere le castagne, il frutto simbolo dell’autunno per eccellenza che qui, tra le nostre montagne, non solo è ampiamente diffuso, ma anche protagonista di feste, tradizioni e sapori tutti da scoprire.  

In più, le castagne del Biellese e della Valsessera, un tempo risorsa fondamentale per l'economia delle comunità montane, stanno vivendo da qualche anno un momento di rilancio: prima con la nascita di un’associazione - "lj maron ed l'arbo" poi di un’unica filiera legata alla coltivazione del castagno, quindi, nel 2011, con la creazione di un marchio, “Castagna biellese”, che identifica e valorizza le buone varietà locali. Oggi l'associazione vende i suoi frutti anche allo chef Davide Oldani, come racconta con un pizzico di orgoglio Paola Passuello che fa parte di “Ij maron ëd l'arbo” e gestisce l'Oro di Berta, piccola azienda biologica e agriturismo a Castagnea. Annotatevi il suo nome: se volete dedicarvi alla raccolta delle castagne, vi suggerirà i boschi e i sentieri nella zona del Santuario della Novareja dove andare a colpo sicuro. Il suo agriturismo, poi, è il cuore della festa che il 20 e 21 ottobre animerà il borgo di Castagnea (una frazione di Purtula, a 10 minuti d’auto da Trivero), immerso tra le piante da cui prende anche il nome. Un luogo dove si respira ancora la tipica atmosfera di montagna, tra stradine e i caratteristici tetti di lastre di pietra delle case, dai balconi in legno, molte delle quali erano in passato opifici in cui si lavorava la lana.

Nel weekend di festa tra queste viuzze si potrà girare tra bancarelle e stand di un mercatino enogastronomico dove far scorta di grulle, le tipiche castagne secche della zona, prodotte ancora oggi con un metodo secolare e ingrediente di minestre e ricette d'antan. E poi i salumi, come la Salampatata, a base di carne di maiale e patate bollite, la o Paletta (la spalla di maiale stagionata), i dolci tipici, fra cui canestrelli e miasce, a base di farina di mais, e le specialità prodotte dagli agriturismi dell’Oasi, dai formaggi di capra di Ca'nel Bosco all’olio di noci e le marmellate dell’Oro di Berta. Che sabato sera e domenica a pranzo proporrà ricette speciali come la zuppa di castagne e funghi, le caldarroste con lardo e la torta realizzata con purea di marroni. 
Divertimento assicurato anche per i più piccoli, tra passeggiate guidate nei boschi, letture di favole e leggende sull'albero di castagno, e poi il gran finale della festa, domenica pomeriggio, con il falò acceso in piazza per la tradizionale castagnata e la torchiatura delle mele autoctone, utilizzate per le buonissime “caldarroste ubriache”, innaffiate con il sidro.  

Altra zona fitta di castagni che garantisce una ricca raccolta è la Brughiera, sempre a pochi minuti di auto da Trivero. In particolare nei boschi che circondano il Santuario Nostra Signora della Brughiera si snodano passeggiate facili da fare con i bambini, che si divertiranno a cercare a terra i piccoli tesori. Una raccomandazione: non appendetevi ai rami per staccare i ricci ancora attaccati agli alberi. Oltre a rischiare di farvi male, prendereste frutti ancora acerbi: le castagne mature sono quelle che cadono naturalmente.

Ultima dritta, la Conca dei Rododendri, famosa per le sue splendide fioriture primaverili, ma incantevole anche nella stagione del foliage. Qui è una facile passeggiata, da fare con cestini o sacchetti per la raccolta alla mano, il percorso che da Baso, dove si può lasciare l'auto, arriva alla Cascina Caruccia. Si passa in mezzo ai castagni e si arriva in una bella area pic nic, perfetta per un’ottobrata in montagna. 

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