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Rododendri in fiore, miracolo di bellezza

Nella Conca dei Rododendri, da metà maggio a metà giugno esplodono le tinte del rosa, del rosso, del giallo e del lilla

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Il nome non lascia adito a fraintendimenti: Conca dei Rododendri. È qui che, da metà maggio a metà giugno, esplodono le tinte del rosa, del rosso, del giallo e del lilla, dipingendo una tavolozza incantevole e variegata. Poco dopo l’inizio della Panoramica Zegna, azalee, ortensie, narcisi, mirtilli, ginestre, sambuchi, e gli emblematici rododendri, accendono cime e declivi dell’Oasi Zegna di colori fiabeschi.

Il rododendro è un albero che cresce in un clima umido ma soleggiato, che a volte può risultare anche piuttosto duro: per questo fu scelto da Ermenegildo Zegna come protagonista dell’Oasi Zegna, a testimonianza del temperamento dei biellesi, capaci di ricavare il meglio da un ambiente non sempre favorevole.

Nel corso degli anni ‘60, sotto la direzione del paesaggista Pietro Porcinai -  considerato tra i più grandi architetti paesaggisti italiani, distintosi in ambito internazionale grazie alle collaborazioni con i grandi architetti del secolo scorso come lo studio BBPR, Franco Albini, Carlo Scarpa, Oscar Niemeyer, e tra i fondatori dell’IFLA (International Federation of Landscape Architects) - si ebbe l'intervento più massiccio di piantagioni di rododendri all'interno del territorio dell'attuale Oasi Zegna, iniziata già negli anni '50 per volere di Zegna. Porcinai lavorò sul posto senza una progettazione precisa, semplicemente "leggendo" il terreno e reinterpretandolo con la disposizione delle essenze floreali e arboree

Il nome del rododendro deriva dall’unione di due parole greche: rhódon (rosa) e déndron (albero). Come se fossero degli alberi di rose. Come tutte le cose belle, non durano molto.
La loro fioritura è sfuggente, bisogna coglierla al volo: passerà un anno perché la si possa rivedere.


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