
Il progetto di Francesco Jodice si colloca a quasi 20 anni dal lavoro che Mimmo Jodice ha condotto (nel 2008) sul medesimo territorio, per ritrarre i paesaggi dell’Oasi e gli interni del Lanificio Ermenegildo Zegna. Si realizza così un dispositivo narrativo che di nuovo restituisce essenza e identità del luogo: due sguardi diversi che attraversano lo stesso territorio, un luogo che, come loro, esiste nella continuità, come senso di naturale evoluzione.
La committenza artistica si innerva nel luogo come un filo nella trama di un tessuto prezioso: tiene insieme le generazioni, le visioni, le trasformazioni. È questo legame, fra padre e figlio, fra memoria e progetto, a diventare cifra identitaria del territorio, in una narrazione potenzialmente senza fine.