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Oasi Zegna: 5 ragioni la rendono unica, parola di geologo

Intervista a Stefano Maffeo, fondatore dell'equipe Arc-en-Ciel ed esperto del territorio

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Sebbene porti il nome di una famiglia e di un marchio celebre nel mondo, l’Oasi Zegna è un luogo di tutti. Dei biellesi, per i quali Ermenegildo Zegna realizzò una serie di opere a partire dagli anni Trenta, degli italiani, e dei tanti stranieri che ogni giorno ne percorrono le strade godendo dei suoi panorami, della sua gastronomia e delle sue conche fiorite, quando fa più caldo, o divertendosi sulle piste da sci nella stagione fredda. Ma, al di là di questo, esistono diverse ragioni per visitare l’Oasi Zegna. Sono ragioni “profonde”, nel senso più letterale del termine, perché riguardano il suolo, le rocce, le specificità territoriali che i visitatori possono certamente apprezzare, ma che solo un esperto può spiegare. Il geologo Stefano Maffeo, fondatore dell’Equipe Arc-en-Ciel e profondo conoscitore del territorio in cui sorge l’Oasi Zegna, è dunque la persona più adatta a raccontare perché questo è un territorio particolare e quali sono le caratteristiche che lo rendono unico. La sua cooperativa di guide esperte accompagna da anni, tra i rododendri fioriti e lungo i sentieri fra alberi e panorami, gruppi di visitatori in cerca di esperienze nella natura.

«Sono nato a Torino, ma la mia famiglia è di Biella» spiega Maffeo. «L’Oasi Zegna l’ho vista nascere, ci andavo a sciare già da ragazzo. A un certo punto ho pensato di mettere insieme la mia passione per il territorio e quella per la geologia fondando la cooperativa Arc-en-Ciel. Il metodo che usiamo per dare informazioni scientifiche ai gruppi che accompagnamo è quello della cosiddetta “kitchen science”: da ragazzino ero un grande fan del cartone animato “Siamo fatti così”, che si distingueva per il carattere divulgativo, ma allo stesso tempo preciso, ineccepibile, delle informazioni scientifiche sul corpo umano. La stessa tecnica può essere applicata alla geologia, ed è quello che facciamo».

Stefano Maffeo
Stefano Maffeo

«Oggi il nostro pubblico è cambiato – racconta Maffeo -. Una volta avevano molti più scolari, mentre oggi la spesa da parte delle scuole si è molto ridotta, così il nucleo principale è composto da famiglie che desiderano passeggiare nella natura apprendendo anche elementi scientifici. Molti, poi, vengono per conoscere nuove persone. Nel nostro pubblico ci sono anche molti single…».

Quali sono le ragioni principali per cui famiglie, scuole, curiosi a vario titolo, dovrebbero voler visitare l’Oasi Zegna? «Dal punto di vista geomorfologico, parliamo di un territorio molto particolare. La prima considerazione che farei è che si trova sul limite esatto fra la pianura padana e le Alpi. Dal rifugio Montemarca si vede la cima del Monte Rosa, con i suoi 4mila metri d'altezza, e, appunto, la pianura padana. La seconda considerazione è che nella zona del Bocchetto Sessera si trova la linea insubrica, cioè il tratto in cui si scontrano la placca tettonica africana e quella europea. Ci si trova, per così dire, tra l’Africa e l’Europa. Il Montemarca è sulla placca africana, il Bosco del Sorriso su quella europea.

Parlerei poi dell’importanza della fauna e della flora (basti pensare alla bellezza dei rododendri fioriti e alla rarità del carabus olympiae sella, che risale all’era glaciale). L’ultima considerazione ha un carattere perlopiù storico: sulle alpi esistevano tre tipi di strade, cioè quelle usate dai pastori per le transumanze, quelle di attraversamento, create con l’arrivo dei romani, quelle a uso militare, nate con le guerre mondiali. Poi un giorno è arrivato Ermenegildo Zegna e ha detto: “Voglio costruire una strada panoramica che restituisca tutta la bellezza del territorio. Un ingegnere, interessato solo all’aspetto pratico, per costruire una strada sarebbe certamente passato da un’altra parte. La strada costruita da Ermenegildo Zegna, che ancora oggi si chiama Panoramica Zegna, era legata allo sviluppo delle famiglie e delle economie parallele. Possiamo dire che le altre strade panoramiche italiane sono una conseguenza della bellezza del territorio, mentre questa ne è praticamente la causa». La quinta ragione, importante quanto le altre, è che l’Oasi Zegna è aperta e percorribile gratuitamente da chiunque: non apre, non chiude, è sempre lì. Alimenta il territorio e, alimentandolo, ne trae linfa vitale. Quello che si chiama un circolo virtuoso.

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