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Fare amicizia con gli uccelli. I segreti del “birdgardening"

In attesa di poter tornare nell’Oasi Zegna, esercitiamoci sul balcone di casa!

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Un passerotto in cerca di briciole, un merlo che viene a giocare tra le foglie delle piante. La dimensione domestica cui siamo costretti in queste settimane ci sta abituando a dare più peso agli scampoli di natura sotto casa. Dobbiamo farceli bastare, dunque perché non approfittare per imparare a coglierne dettagli e segreti? Soprattutto chi ha la fortuna di avere un giardino, un terrazzo o anche soltanto un balconcino ha la possibilità di osservare gli uccelli che con la bella stagione ci vengono a fare visita. 

Gli esperti spiegano che per attirare gli uccelli si possono utilizzare pezzetti di cibo come mele, pere, frutta secca, fiocchi di cereali, avena, briciole di pane, biscotti o torte. Meglio preferire i dolci secchi, in modo che non creino problemi di fermentazione nello stomaco degli uccelli. Cibi che, in realtà, fanno gola soprattutto nel periodo invernale agli uccelli che non migrano e che scontano la penuria di cibo. Mentre con la bella stagione diventa fondamentale provvedere a dissetarli. Basta una ciotola con pochi centimetri di acqua: gli uccelli ameranno bere, ma anche bagnarsi per lavare il piumaggio.

In questa stagione l’Oasi Zegna si sta popolando di un gran numero di cince, sparvieri, fringuelli, picchi, allodole, cardellini, gheppi, rondoni, scriccioli e di rappresentanti di tante altre specie che, dopo aver passato l’inverno nei Paesi caldi, tornano in Valsessera per nidificare. Si tratta di una popolazione variegata e numerosa, tanto che il Museo di Storia Naturale di Milano qualche tempo fa ha condotto un progetto di censimento delle specie i cui risultati sono confluiti in una Guida ornitologica disponibile al bookshop di Casa Zegna.

Se vi interessa approfondire l’argomento, quando sarà possibile tornare a Casa Zegna, potrete consultare la Guida (oltre a quella ornitologica ce ne sono anche altre dedicate alla botanica, all’entomologia e alla zoologia). La prefazione è di Giorgio Celli, entomologo, etologo, accademico, scrittore, sceneggiatore, politico e membro del consiglio scientifico dell’Oasi Zegna fino alla sua scomparsa, nel 2011.

Giorgio Celli spiegava così il motivo per cui l’uomo è attirato dal volo che fin dal principio ha generato fantasie mitologiche, come quella di Icaro o di Fetonte: “Gli uccelli sono capaci di evocare le nostre aspirazioni più profonde di vincere la gravità e di librarci nel cielo (…) per questo ovunque ci sia un’oasi, una zona umida o un parco naturale, dove possano vivere indisturbati e dove esistano degli osservatori ben nascosti e con acconce feritoie, persone di ogni età e di ogni ceto sociale si affollano spesso per poter godere della vista di un airone cenerino, di una folaga, magari di una cornacchia, secondo i luoghi e le stagioni”.

Definiva poi l’Oasi Zegna “un patrimonio naturalistico, e se si vuole didattico, di primaria importanza. Si tratta di un museo all’aperto, dove gli animali non appaiono impagliati nelle teche oppure sul display del video, ma sono vivi e vegeti, e si prova gioia a vederli. E che dire dei canti degli uccelli? Il primo uccello che ha cantato, piccolo Orfeo con le ali, ha introdotto la musica nel mondo”.

* foto di Stefano Ramella

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