
In molti paesi anglosassoni, in
estremo oriente e, in tempi più recenti, anche in area scandinava, sono
stati effettuati studi sulla correlazione tra la vicinanza agli spazi verdi e
la salute umana. Non si tratta solo di capire che il verde “fa bene”, concetto
peraltro già ben fissato nella coscienza collettiva, ma quanto e come
faccia bene. Nel 2010, un gruppo di ricercatori danesi ha pubblicato sullo
Scandinavian Journal of Public Health uno studio condotto su un campione di
11.238 cittadini residenti in Danimarca, con lo scopo di stabilire eventuali
connessioni tra la fruizione di spazi verdi, la qualità della vita e lo stress.
Gli intervistati che abitavano a più di un chilometro di distanza da un parco,
una foresta, un lago o una spiaggia a bassa antropizzazione, avevano in media
il 42 per cento di probabilità in più di sentirsi stressati, rispetto a quelli che
vivevano a meno di trecento metri da quelle stesse aree. Inoltre, le persone meno
stressate tendevano a ritornare più frequentemente nelle aree verdi rispetto
alle altre. Come dire: la vicinanza con la natura riduce lo stress, la
riduzione dello stress fa venir voglia di tornare nella natura. Un meccanismo
virtuoso e circolare.
Un contributo sostanziale a questo tipo di ricerca è
arrivato dagli studi sui monoterpeni emessi dalle piante. L’azione benefica
della natura sugli individui non è affatto di tipo psicologico, o almeno non
soltanto. Non si tratta di autosuggestione. Il condizionamento psicologico,
chiaramente, esiste, ma il modo in cui le piante ci fanno bene (il come,
appunto) non si esaurisce lì.
I monoterpeni sono molecole di
origine organica inserite nella più ampia famiglia dei terpeni, o terpenoidi, costruite
su dieci atomi di carbonio. Sono molto volatili, cioè passano facilmente allo
stato aeriforme o gassoso, e sono molto diffusi in natura, prodotti da molte
piante, oltre che da funghi, batteri, e alcuni insetti, seppure in quantità inferiori. Perché costituiscano la base tipica di resine e olii essenziali, è
quindi intuibile. I monoterpeni sono i principali responsabili dell’odore delle
foglie e dei fiori. Il loro assorbimento attraverso la pelle e le mucose è semplice,
con ricadute positive sulle funzioni immunitarie, effetti espettoranti e
decongestionanti, digestivi, azione antisettica, antispastica, analgesica. Ma
non basta il contesto naturale a favorire l’assorbimento ottimale di
monoterpeni, così come la predisposizione psicologica a riceverne i benefici. Alcuni
ambienti, come le faggete, sono particolarmente adatti allo scopo. Altri, pur
presentando un’abbondante vegetazione, non risultano utili. Altri ancora,
sempre rimanendo nel contesto naturale, posso addirittura favorire sentimenti
di disagio.