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Insalata, ortaggio passepartout: come conservarlo e come condirlo

I consigli di Mina Novello, autrice de I Menù dell’Oasi Zegna

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Si è esce meno, è inevitabile. Anche per la spesa, ci stiamo abituando a fare rifornimento una volta alla settimana per cercare di limitare le uscite. In queste settimane di emergenza sanitarioa facciamo i conti con la necessità di pianificare i pasti e organizzare i ripiani del frigorifero. Diventa quindi importante imparare a conservare gli ortaggi, soprattutto l’insalata e le sue sorelle. Genere ad alta deperibilità ma utilissimo per preparare piatti unici adatti a uno stile di vita sedentario che richiede un’alimentazione a basso contenuto calorico.
Ecco allora qualche consiglio, utilissimo, di Mina Novello, grande esperta di erbe, di cucina tradizionale biellese e autrice de I menù dell’Oasi Zegna. Ci spiega come conservare l’insalata in frigorifero il più a lungo possibile, ci consiglia poi come condirla in modo gustoso e ci suggerisce un piatto unico, facile e leggero, a base di spinaci, patate e acciughe. Infine, ci regala una chicca: una ricetta del ‘400 nella quale l’umanista e gastronomo Bartolomeo Sacchi, detto Platina, che si formò alla corte di Gonzaga, suggerisce ai suoi contemporanei come preparare una gustosa insalata. 

Come conservare l’insalata in frigorifero. E’ una verdura gradita in ogni stagione. Se d’inverno si apprezzano maggiormente le lattughe a foglia larga, le indivie corpose o i radicchi croccanti, come quello trevigiano o veronese, in primavera si desidera  la carnosità delle cicorie di campo, la freschezza del primo lattughino, il piccante del crescione selvatico. Le insalate, si sa, devono essere lavate all’ultimo momento e non vanno tagliate mai in anticipo, perché la superficie tagliata si ossida e cambia sapore. Se proprio occorre conservarle è bene riporle in sacchetti di plastica dotati di piccoli fori che permettono alla verdura di traspirare, evitando la formazione di marciumi e mantenendo l’umidità necessaria per non farla appassire.

Come condirla
. Ci si può sbizzarrire mescolando olio, aceto, yogurt, panna acida, aromi piccanti e dolci, a seconda di quanto la fantasia del momento ci suggerisce.
 

L’insalata di spinaci con patate e acciughe. Ingredienti: 200 g di spinaci novelli, 100 g di lattuga da taglio, 100 g di cicorietta primaverile, 400 g di patatine novelle, 200 g di acciughe freschissime, 2 limoni, un mazzetto di prezzemolo, origano olio extravergine, aceto bianco, sale. Pulire le acciughe togliendo anche la lisca e aprendole a libro, lavarle sotto l’acqua corrente, asciugarle bene, metterle su un piatto, irrorarle con l’aceto e il succo di un limone, cospargerle con l’origano e lasciarle marinare per 12 ore. Trascorso questo tempo toglierle dalla marinata e irrorarle con olio, limone, sale e prezzemolo tritato e tenerle in fresco per 30 minuti. Cuocere le patate a vapore, tagliarle a pezzi e spruzzarle di aceto, mondare e lavare spinaci, lattuga e cicoria, condirli con olio, sale e un cucchiaio di prezzemolo tritato, unire le patate tiepide, mescolare; distribuire nei piatti, aggiunger e le acciughe e servire subito. 

Nota storica da un ricettario del ‘400. Spunta da un ricettario del Platina (Piàdena, Cremona, 1421 - Roma 1481) intitolato “Il piacere  onesto e la buona salute”, un piatto che potrebbe tranquillamente comparire in una rivista di cucina di oggi. “L’insalata mista si prepara con  lattuga, buglossa (un’erba selvatica affine alla borragine), menta, nepitella, finocchio, prezzemolo, crescione, origano, cerfoglio e cicoria – detta dai medici tarassaco -, morella, fiori di finocchio e parecchie altre erbe aromatiche, lavate e scolate per bene. Si mettono in un piatto grande, si salano con abbondanza, si aggiunge olio e sopra si sparge aceto; poi si lasciano macerare un po’. Per la loro selvatica durezza , quando si mangiano è bene triturarle a lungo con i denti”. Mina Novello spiega che “Platina dimostra un gusto più vicino alla nostra epoca che non alla sua, specie nel consigliare l’uso delle verdure crude, a quel tempo presenti soprattutto sulle mense dei contadini, ai quali certamente non era destinato il ricettario in questione”.

* Foto di moerschy da Pixabay 

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